Tomba
di giganti Li Mizzani
Il monumento sorge su un breve pianoro dominato dalle alture
del Monte Cau, a pochi km dal mare, nella Gallura settentrionale.
La tomba, di piccole dimensioni, è costruita con tecnica a
filari.
Il corpo tombale, rivolto ad E (lungh. m 7,25), contiene un
corridoio funebre rettangolare (lungh. m 6,10; largh. m 0,90/1,00;
alt. m 0,65) chiuso sul fondo da un'unica lastra di testata sagomata
ad arco (largh. m 1,02; alt. m 0,95). L'esedra si conserva solo
in parte (corda m 12,76; freccia m 3,75): l'emiciclo è delimitato
da lastre ortostatiche di dimensioni ridotte, alla base delle quali
si sviluppa un basso bancone-sedile (largh. m 0,35; alt. m 0,25),
anch'esso incompleto, destinato ad accogliere le offerte.
Il paramento murario posteriore dell'esedra si raccorda senza
soluzione di continuità col corpo tombale.
Al centro dell'esedra si trova la stele monolitica (largh.
m 1,55; alt. m 2,80; spess. m 0,25), di dimensioni ridotte rispetto
agli esempi documentati in altre tombe galluresi e priva dello spartito
centinato.
Il monolito poggia, privo di fondazioni, da un lato su una
pietra piatta e dall'altro direttamente sul terreno. Il portello
d'ingresso, semicircolare (largh. m 0,55; alt. m 0,66), presenta
un elemento insolito, dovuto probabilmente ad un errore dei costruttori:
l'accurata smussatura del profilo perimetrale della faccia interna;
tale lavorazione è invece di norma riservata alla faccia esterna.
I materiali frammentari che provennero dal lato d. dell'esedra
(tegami, olle, vasi con cordoni plastici applicati, tazze carenate)
risalgono al Bronzo recente.
Tomba di giganti di Saiacciu
L'area archeologica è situata in località "Stazzo S'Ajacciu",
su un breve terrazzo granitico, nel pendio orientale di una collina
prospiciente il corso del fiume Liscia, nella Gallura costiera.
Il complesso comprende una tomba di giganti, un circolo megalitico
con due menhir, ed un edificio rettangolare.
La sepoltura appartiene alla tipologia delle sepolture a filari
con concio "a dentelli".
Il monumento conserva ancora in parte le ali dell'esedra,
mentre quasi niente rimane della camera, già demolita in età bizantina
- per costruire un edificio a pianta rettangolare nelle vicinanze
- e smantella in anni recenti da mezzi meccanici. L'emiciclo dell'esedra
(arco m 20,00; alt. m 1,50) - orientato a sud-est - è realizzato
con blocchi di granito rettangolari di medie e grandi dimensioni,
posti in opera su filari regolari: i massi del secondo filare rientrano
di m 0,30 rispetto ai sottostanti, delimitando un bancone-sedile.
L'ingresso del vano funerario si apre quasi al centro dell'esedra.
Nell'area antistante le ali dell'emiciclo si trova un concio con
fregio "a dentelli": il blocco tronco-piramidale (lungh. m 1,55;
alt. m 0,90; spess. m 0,50) - ben rifinito - conserva nella superficie
superiore tre incavi. La presenza, nell'area dell'emiciclo, di due
pozzetti votivi scavati nella roccia, ed il rinvenimento all'interno
di essi di numerosi frammenti ceramici, attestano la funzione sacra
di questa parte del monumento.
La sepoltura è databile al 1400-900 a.C.
Tra i luoghi religiosi da non perdere la chiesa parrocchiale
di Palau con bellissime vetrate artistiche di Marino Sergiusti e
Odo Tinteri.
A pochi Km da Palau si trova il Capo d'Orso, famoso per la
Roccia dell'Orso, che sorge su una collina di granito di 120 mt.,
modellata dagli agenti atmosferici sino ad assumere la stravagante
forma si orso che guarda verso il mare.
Museo etnografico
Si trova in Località Montiggia, articolato in due ampi saloni.
È suddiviso in 6 sezioni tematiche: ambiente domestico, viticoltura
e vinicoltura, agricoltura, allevamento, mezzi di trasporto, mestieri.
La sezione relativa all'ambiente domestico espone alcuni elementi
di arredo, quali scaffali (balastragghju), credenze, panche, tavoli
e sedie e vari utensili di cucina: tra questi quelli utilizzati
per la panificazione (siazzi, siazzatogghj, culiri) e la caseificazione
(scudeddhi, fulculi e bulia). Tra gli altri materiali, sono da segnalare
una conocchia di legno intarsiata (la rucca di la sposa), che veniva
utilizzata per la tradizionale corsa alla rocca durante i matrimoni,
alcune antiche scodelle in terracotta (dischi), la tasca sottogonna
in cui le donne riponevano piccoli oggetti (busciaccara), due talismani
di stoffa (punghi) e un porta-tabacco in osso (tabacchera). La sezione
dedicata alla viticoltura a vinicoltura presenta una botte, barili
(cupa, carrateddhi e mizini) di diverse dimensioni, un calpestatoio
di legno (calcicatogghju), due torchi (suppressi) e una più recente
pigiatrice a rullo.
La sezione dell'agricoltura espone strumenti tradizionali,
tra i quali due aratri di legno (arati) e più recenti macchine agricole.
La sezione dell'allevamento mostra campanacci (schiddhi, brunzi
e tintinni), marchi a fuoco (malchi patronali), pastoie (trai e
ultana) e la treggia (tragghjola), rudimentale slitta per il trasporto
dei sassi. La sezione dei mezzi di trasporto espone il carro a buoi
(carrulu a boi), il tombarello per il trasporto di sabbia, ghiaia
e sassi (tumbarella) ed alcuni finimenti per cavalli e asini, in
particolare una sella di cuoio (seddha) e una in stoffa imbottita
utilizzata dalle donne (striglioni). La sezione dei mestieri mostra
gli strumenti di lavoro tipici del mondo agro-pastorale: quelli
del fabbro, del falegname e del calzolaio.